
Lo scorso 10 aprile 2025, senza un solo teaser né un pre‑save su Instagram, Niccolò Contessa ha pubblicato a sorpresa Post mortem, il quarto album firmato I Cani, facendo seguito a Aurora del 2016 dopo quasi nove anni di silenzio discografico. Il risultato è stato un boom immediato di streaming e conversazioni social: nonostante l’assenza di video promozionali, interviste d’anticipazione o singoli pre‑lancio, l’hype si è generato organicamente, grazie al passaparola dei fan più affezionati e alle playlist editoriali piuttosto incuriosite da un “ritorno” così inaspettato. Questo stratagemma—nulla di nuovo sotto il sole, se ricordiamo la strategia già adottata per l’EP split I Cani Baustelle del dicembre 2023—ha però raggiunto qui l’apice, trasformando il silenzio di Contessa in una leva di marketing sotterraneo e rendendo Post mortem uno degli eventi musicali indie più discussi della stagione. Musicalmente, Post mortem prosegue il filone cantautorale post‑punk elettronico già tracciato in Glamour (2013) e Aurora, ma con un taglio ancora più conciso e oscuro: synth granitici, ritmiche ossessive e arrangiamenti scarni giocano il ruolo di un piccolo esercito al servizio dei testi, incentrati sul tema della morte, della perdita e della resilienza personale. Brani come “Nella parte del mondo in cui sono nato” mostrano un Contessa più ruvido che mai, capace di trasformare una ballata elettronica in un lamento contemporaneo, mentre tracce come “f.c.f.t. - (Fare come Fanno Tutti)” flirtano con atmosfere à la John Carpenter, tra minimalismo e tensione psicologica. Il risultato è un disco che non ammicca al pop‑indie convenzionale, ma reclama attenzione con la stessa fermezza con cui chiama a raccolta nel buio. Ma che cosa ha fatto Niccolò Contessa in tutti questi anni di assenza dai suoi canali social? Dopo il tour di Aurora (2016), Contessa si è dedicato soprattutto alla produzione e alla scrittura per altri artisti: nel 2016 ha collaborato con Max Pezzali per il singolo “Due anime” , nel 2017 ha scritto tre brani per Faccio un casino di Coez e ha continuato a produrre per lui su È sempre bello (2019) e dal 2020 è saltuariamente al fianco di Tutti Fenomeni (album Merce funebre, Privilegio raro) Parallelamente, ha curato l’EP I Cani Baustelle (dicembre 2023), pubblicato esclusivamente in vinile e distribuito digitalmente in giornata su Bandcamp, anticipando la formula “drop a sorpresa” che avrebbe poi adottato per Post mortem . Insomma, non un periodo di stasi creativa, ma un decennio di sperimentazioni e prototipi che ora confluiscono in un progetto finalmente personale. Guardando al tour in arrivo, le prime date sono state annunciate per novembre 2025. Si parte il 1° novembre all’Estragon di Bologna, per poi passare al Gran Teatro Geox di Padova (11 novembre), all’Atlantico di Roma (14 novembre), all’Alcatraz di Milano (23 novembre), al Teatro Concordia di Venaria (Torino, 30 novembre), al Teatro Cartiere Carrara di Firenze (3 dicembre), all’Eremo Club di Molfetta (6 dicembre) e si chiude il 10 dicembre alla Casa della Musica di Napoli. Ci aspettiamo aspetto una dimensione live intimistica ma dal forte impatto visivo, con luci essenziali e una scaletta che valorizzi tanto i nuovi brani di Post mortem quanto i classici “virali” come “Wes Anderson” e “I pariolini di 18 anni”, pilastri del canzoniere indie italiano. Sarà interessante vedere come Contessa tradurrà sul palco ceppi elettronici tanto minimali in un’esperienza pub‑rock, probabilmente arricchita da una nuova formazione dal vivo – si vocifera che, oltre ai collaboratori storici (Bulla, Ciarocchi, Suriani), possano unirsi musicisti provenienti dalla scena noise romana. In conclusione, Post mortem conferma Niccolò Contessa come uno dei cantautori più originali del panorama indie italiano: la scelta di non promuovere l’album prima dell’uscita, trasformata in strategia di mistero, diventa parte integrante del progetto artistico, quasi un prolungamento tematico del disco stesso. L’attesa per il tour e per eventuali repliche o date estive è già alta: dopo questa prova discografica così coraggiosa e riuscita, ci aspettiamo uno spettacolo che mantenga il medesimo equilibrio tra minimalismo sonoro e intensità emotiva. “Contessa arriva all’improvviso, come la morte: non annunciato, ma inevitabile.”